Norme di Diritto

San Giovanni Eremita, dallo scrittore Vergineo, viene definito come “La prima sorgente di Luce nella Valle del Fortore, un nuovo principio di civiltà e di cultura“. San Giovanni, infatti, non fu solo asceta ed eremita nei boschi, ma una grande mente creativa, capace di diffondere una nuova cultura a tutela dei più deboli, degli oppressi e dei lavoratori.

L’Abbazia di Santa Maria del Gualdo a Foiano Valfortore (BN), riconosciuta con la Bolla di Papa Adriano IV° del 14 aprile 1156, si distinse per tre secoli come cenacolo culturale e religioso tra i più dinamici del Centro-Sud. La fraternità fondata da San Giovanni Eremita seppe proseguire nei decenni successivi il c

ammino avviato tanto da raggiungere insperati riconoscimenti, una forte espansione territoriale ed un ruolo di straordinaria notorietà per l’alto livello degli studi.

Un esempio ne è predisposizione del Regolamento su “Immunità, franchigie e libertà” redatto dall’Abate Fra Nicola da Ferrazzano l’8 maggio 1331 e soprattutto lo “Statuto Comunale” di San Bartolomeo in Galdo del 1 novembre 1360, curato da Fra Nicola de Cerce. I due successori di San Giovanni Eremita, ottenute le autorizzazioni dal Re Roberto D’Angiò, da Papa Giovanni XXII° in quel periodo ad Avignone e da Papa Urbano IV°, con cinque secoli di anticipo rispetto ai trattati filosofici di metà Ottocento e all’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII°, inserirono nel Regolamento e nello Statuto del Comune che si apprestava a sorgere, delle norme che tutelavano donne e fanciulli da violenze, riconoscevano libertà di intrapresa alle persone e formulavano uno dei primi divieti di licenziamento senza giusta causa.

 

Museo dedicato a San Giovanni Eremita – Tufara(CB) – Grafiche Faioli

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