Particolare del portale della cappella di San Giovanni Eremita

Le rovine del Monastero

Il Monastero di S. Maria de Gualdo Mazzocca fu fondato da San Giovanni Eremita intorno al 1160 nei pressi di Foiano. Rapidamente il Monastero crebbe rapidamente divenendo uno tra i più importanti riferimenti monastici dell’Italia meridionale.

L’opera iniziata dal Santo e degnamente proseguita dai suoi successori, priori ed abati, si protrasse per oltre tre secoli, costantemente apprezzata dai pontefici e da tutti i sovrani della dinastia normanna, come anche delle  successive dinastie sveva e angioina.

Il Monastero raggiunse il massimo splendore con l’elevazione a Badia nel 1300, ma fin dalla fondazione fu centro propulsore di civiltà attraverso la promozione di valori, oltre che spirituali, anche umani e culturali.

La storia della Valle del Fortore è strettamente legata a quella del Monastero, unica realtà dalla quale essa ha tratto lustro e vanto.

Quando il Monastero, dopo la plurisecolare ascesa, si avviò, tra la fine del ‘300 ed i primi del ‘400 verso il declino, giungendo fino al completo abbandono durante la peste del 1656, il Fortore ricadde nell’oblio e nella solitudine.

La parabola discendente del Monastero iniziò nel travagliato periodo attraversato dal Regno di Napoli dopo la morte di Roberto D’Angiò (1343) per le lotte intestine iniziate sotto gli ultimi sovrani angioini e protrattesi con Giovanna II Durazzo D’Angiò (1414-1435) fino al subentro della dinastia aragonese.

Tali eventi coinvolsero l’intero Regno estendendosi anche nella Valfortore. Il Monastero, o meglio, la Badia, nel frattempo era però irrimediabilmente decaduta. A segnarne il destino, compromettendo ogni possibilità di ripresa, era stata maggiormente la sua trasformazione, alla fine del ‘400 in una “istituzione commendataria”.

La comunità religiosa diverrà sempre più esigua tanto che dopo la totale distruzione del complesso badiale causata dal terremoto del 4 dicembre 1456, si ridurrà a poche unità alloggiate nelle stanze annesse alla Cappella ricostruita sul sito della chiesa crollata. Tale sparuta presenza religiosa si protrarrà a Mazzocca fino alla peste del 1656, dopo la quale il luogo sarà definitivamente abbandonato.

Sulle rovine del Monastero di S. Maria de Gualdo Mazzocca nel 1716 l’arcivescovo di Benevento cardinale Orsini consacrò una chiesetta in onore della beata Vergine e del beato Giovanni eremita. Verso il 1880 la chiesetta venne circondata per tre lati da un fabbricato rustico.

All’inizio di questo secolo, dell’abbadia rimanevano “vaste rovine, ma poco più che fuori terra”. Grandi blocchi di travertino artisticamente lavorati giacevano qua e là. Si potevano ancora ammirare i resti dell’acquedotto, costruito in pietra da taglio, che conduceva l’acqua da una “conserva” al monastero…

Oggi, al posto della chiesetta fatta costruire dall’Orsini, sorge una moderna cappella consacrata il 1 maggio 1987.

Museo dedicato a San Giovanni Eremita – Tufara(CB) – Grafiche Faioli

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