L’infanzia

Giovanni nasce a Tufara intorno all’anno 1084. I genitori, Maynardo e Maria, “padre e madre pij e devoti”, come li definiva nel 1644 lo storico molisano Gianvincenzo Ciarlanti, appartenevano, secondo un’antica tradizione, alla famiglia Ferruccio.

La Legenda di Frate Giacomo, che rappresenta una delle principali fonti biografiche per la conoscenza del Santo, narra che il piccolo Giovanni avesse anche un fratellastro, di nome Benedetto.

L’ipotesi più accreditata vuole che Giovanni e Benedetto fossero fratelli da parte di madre. Anche lo storico Fiorangelo Morrone, infatti, evidenzia come la Legenda scrive di fratelli “uterini”, cioè nati dalla stessa madre, ma da padri diversi.

Di Benedetto si tramanda che, attratto e impressionato dal rigore di Giovanni, suscitasse le preoccupazioni dei genitori che temevano una sua eventuale sequela del medesimo stile di vita del fratello.

Fin dall’infanzia, infatti, in Giovanni erano delineati quei tratti distintivi che facevano di lui una persona in qualche modo votata alla Santità.

I primi segni di un ideale di vita votato all’amore verso Dio ed il prossimo erano già visibili nella collaborazione che il giovane offriva al curato della propria chiesa parrocchiale dedicata ai santi Pietro e Paolo, e nelle opere di carità fraterna verso i bisognosi del suo borgo.

La sua bontà era talvolta motivo di incomprensioni con i genitori che, di certo, consideravano poco edificante per il destino del proprio casato il fatto che un tale figliolo, più che esercitarsi nelle arti della cavalleria, della retorica o della cortesia, ponesse invece la propria dedizione alla chiesa e ai poveri.

In molti si accostavano al ragazzo per chiedere cibo o altri generi di conforto, tanto era ormai nota la sua generosità. Emblematico al riguardo è l’episodio secondo cui il ragazzo, uscito da Tufara, in un giorno rigido, incontrò un povero mendicante seduto su una pietra in atto di chiedere elemosina e, a tale vista, commosso e non avendo altro da offrire, lasciò all’infelice il suo stesso mantello, restando, egli stesso, al freddo, completamente nudo.

Insieme alle opere di misericordia, la vocazione del giovane Santo era in più occasioni accompagnata anche da eventi prodigiosi. Emblematico è il famoso Miracolo della Fonte.

La vita al servizio della carità: potrebbe essere questo il motto o la parola chiave alla base dell’ideale di vita di Giovanni fin dai suoi anni giovanili. Un impegno, di chiara derivazione evangelica, che lo indurrà a frapporre paletti sempre più distanti fra le attese, nei suoi confronti, da parte dei parenti e della sua stessa famiglia di origine e le proprie reali aspirazioni.

930° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA di SAN GIOVANNI EREMITA da TUFARA (1084 – 1170) Primo Santo del Molise – Grafiche Faioli